Ritrovare la magia by Katherine May

Ritrovare la magia by Katherine May

autore:Katherine May [May, Katherine]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: ebook
editore: Tea
pubblicato: 2024-02-18T23:00:00+00:00


Il mio ricordo d’infanzia preferito, quello che spesso richiamo alla mente solo per riviverlo e assaporarlo, è quello in cui nuoto in mare insieme a mio nonno. Lui è lì in piedi, con l’acqua alle ginocchia, mi tira su con le sue mani enormi e mi lancia di testa contro le onde. Io sento la forza dell’acqua avvolgermi e ribaltarmi finché non so più qual è il sopra e quale il sotto, poi ritrovo l’appoggio sul fondale e torno di corsa da lui per rifarlo da capo, e lo rifacciamo cento, mille volte; per quella che sembra un’eternità vibrante di gioia, giochiamo insieme così, senza parlare, instancabilmente.

Molti anni dopo, quando gli ho parlato di quei giorni, mi ha confidato che lui aveva sempre avuto paura di nuotare, ma voleva che io non l’avessi. Voleva nutrire il mio desiderio insaziabile di vivere l’acqua. Si ricordava di essere rimasto tante volte lì infreddolito e scosso dai brividi, con le braccia doloranti dallo sforzo, mentre io continuavo a tornare da lui per un altro tuffo, per un’altra possibilità di perdermi e ritrovarmi tra i flutti. Lui non riusciva a dirmi di no, perciò non me l’aveva mai fatto capire. Mi risulta difficile immaginare che a un uomo come lui facesse paura qualcosa, quindi dev’essere stato bravo a dissimulare. Mi ha donato tutto ciò di cui avevo bisogno, e continua a farlo anche oggi che non c’è più: la fede pura nell’acqua, l’eccitazione di lanciarsi nell’ignoto, la consapevolezza che la meraviglia si può trasmettere attraverso la pelle. Sopra ogni altra cosa, mi ha mostrato cosa significhi essere accolta nelle mani degli altri, essere proiettata nell’incertezza e sapere al contempo che quelle mani sarebbero state lì ad afferrarmi di nuovo. La congregazione degli Zen Peacemakers è riuscita a fare lo stesso.

È una delle tante ragioni per cui sono lieta di essere riuscita a tornare in acqua: non conosco nient’altro che sappia portarmi così vicina ai miei limiti e che, allo stesso tempo, sia capace di riconsegnarmi sana e salva al punto di partenza a condizione che io le porti il dovuto rispetto. Tuttavia, non sono tornata a lezione di nuoto. Forse non l’ho fatto perché avevo già imparato a cavarmela, e forse anche perché in questo momento della mia vita è meglio se le mie orecchie rimangono sopra la superficie. Ma forse è soprattutto perché, dopo un anno passato sulla terraferma, ho ampliato un po’ le mie prospettive. La piscina era uno spazio troppo limitato per me. In essa non percepivo alcun flusso. Io non nuoto per spostarmi da un punto A a un punto B e per accumulare distanza. Io nuoto per immergermi in qualcosa che mi unisce al tutto, all’ovunque, al per sempre.

Quando a scuola abbiamo studiato il ciclo dell’acqua, mi era sembrata una dinamica molto semplice e stilizzata: una mera questione di evaporazione, pioggia, fiumi e mari. Solo di recente ho cominciato a capire quale fosse il concetto alla base di questa catena: l’acqua resiste, sublimando tra uno stato e l’altro e trasformandosi da salmastra a pura fino a permeare il terreno.



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